giovedì 12 novembre 2009

L'infertilità maschile rischia di raddoppiare, allarme da Milano

Per gli esperti malattie genitali emergenza del futuro: un vademecum dell'ospedale San Paolo per le famiglie

MILANO- Una bomba a orologeria. Per gli specialisti milanesi le malattie genitali e sessuali maschili sono un mondo sommerso che rischia di raddoppiare l'incidenza dell'infertilità tra i giovani. Ragazzi che, abolita la visita di leva, arrivano alla diagnosi di queste patologie quando ormai è troppo tardi. Risultato: boom di infertili e di portatori di malattie sessualmente trasmissibili che rischiano di contagiare le partner. A lanciare l'allarme è l'endocrino-andrologo Mario Mancini, responsabile dell'ambulatorio di Andrologia pediatrica dell'ospedale San Paolo di Milano. L'esperto parla con i dati alla mano: «Dalle nostre indagini nelle scuole superiori della metropoli emerge che un adolescente su due non usa il preservativo. Il 25% di questi entra in contatto con infezioni e il 12,5% si trasforma in "untore". Ma la situazione non è diversa neanche nel resto d'Italia».

INFEZIONI E NON SOLO - C'è un universo di malattie andrologiche che non esce allo scoperto: varicocele e problemi ai testicoli, malattie sessualmente trasmesse, tumori. «Potremmo trovarci di fronte alla vera emergenza del futuro. Altro che influenza», avverte Mancini. Malattie che, se non diagnosticate in tempo, portano all'infertilità: «Ci siamo accorti che un giovane infertile su tre mostra tracce di lesioni da infezione cronica alla prostata. Il che ci fa pensare che la loro infertilità era prevenibile».

L'OPUSCOLO - Gli esperti del San Paolo sono talmente preoccupati che, in collaborazione con il Consiglio di Zona 6 (l'area di Milano dove sorge l'ospedale), hanno deciso di lanciare un vademecum: «Il mondo sotto l'ombelico-Andrologia del ragazzo», e di distribuirlo negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri. Una decina di pagine in cui, con linguaggio semplice e diretto, gli specialisti offrono agli adolescenti e alle loro famiglie informazioni utili per riconoscere eventuali disturbi. Obiettivo: favorire la prevenzione e la diagnosi precoce. L'opuscolo ha in particolare l'obiettivo di fornire agli adolescenti e alle loro famiglie tutte le informazioni utili per capire se per un particolare problema andrologico c'è bisogno di chiedere l'aiuto del medico di famiglia, del pediatra o dello specialista, oppure se rientra in una situazione di normalità.

Origine:corriere.it
Test Infertilità Maschile

martedì 10 novembre 2009

Generation of DNA profiles from fabrics without DNA extraction

Abstract...

DNA profiles can be obtained from fabrics where a person has made direct contact with clothing. A standard approach is to cut out a section of the fabric and then use a commercially available method to extract and isolate the DNA. Alternative methods to isolate DNA include the use of adhesive tape to remove traces of cellular material from the fabric prior to extraction. We report on a process to obtain full DNA profiles using direct amplification from a range of fabrics. The absence of an extraction step both reduces the opportunity for contamination and reduces the loss of DNA during the extraction process, increasing the sensitivity of the process of generating a DNA profile. The process does not require the use of commercially available extraction kits thus reducing the cost of generating a DNA profile from trace amounts of starting material. The results are in part dependent upon the nature of the fabric used to which the DNA has been transferred.

Origine:fsigenetics.com

Casework testing of the multiplex kits AmpFℓSTR® SEfiler Plus™ PCR amplification kit (AB), PowerPlex® S5 System (Promega) and AmpFℓSTR® MiniFiler™ PCR

Abstract

The STR kits SEfiler Plus™ (D3S1358, FGA, D8S1179, D18S51, D21S11, TH01, VWA, SE33, D2S1338, D16S539, D19S433, and Amelogenin), PowerPlex® S5 System (D18S51, D8S1179, TH01, FGA, Amelogenin) and MiniFiler™ (D13S317, D7S820, Amelogenin, D2S1338, D21S11, D16S539, D18S51, CSF1PO, and FGA) were comparatively tested for their robustness and sensitivity. About fifty stains with highly degraded DNA and little DNA quantity served as examination material (e.g. hair with a telogen root, bones, degraded saliva stains on drinking-vessels and skin cell mixtures).

The PowerPlex® S5 with five German-DNA-database (DAD)-systems and the MiniFiler kit with four topical DAD-systems and further STR markers show reduced amplicon lengths. The SEfiler Plus™ kit represents no MiniSTR multiplex, but contains the nine current DAD-systems and further three systems D2S1338, D16S539, D19S433, which are the potential expansion markers for the German-DNA-database.

We have detected on the basis of our comparative stain investigations, that the SEfiler Plus kit was less sensitive than the PowerPlex® S5 and the MiniFiler kit. The MiniFiler™ and the PowerPlex® S5 kit showed a comparative high sensitivity.

Especially in analysing skin cell mixtures, the MiniFiler kit contained larger differences with regard to the performance of the fluorescent dyes/primer concentration co-ordination than the PowerPlex® S5. The SEfiler Plus kit generated – just as both MiniSTR kits – relative robust typing results, but there appeared an increased sensitivity for “allelic drop-outs” and “imbalances”. Since the SEfiler Plus kit was not planned as MiniSTR concept, “allelic drop-outs” were observed, as expected, more frequent in typing stains with degraded DNA and little DNA quantity, especially in the long PCR products (e.g. D18S51).

Origine: fsigenetics.com

Developmental validation of the PowerPlex® 16 HS System: An improved 16-locus fluorescent STR multiplex

Abstract....

STR multiplexes remain the cornerstone of genotyping forensic samples. The PowerPlex® 16 HS System contains the core CODIS loci: D3S1358, D5S818, D7S820, D8S1179, D13S317, D16S539, D18S51, D21S11, CSF1PO, FGA, TH01, TPOX, and vWA. Additional loci amplified in the multiplex reaction are the sex-determinant locus, amelogenin, and two pentanucleotide STR loci, Penta D and Penta E. The PowerPlex® 16 HS System is an updated version of the PowerPlex 16® System; while the primers and dyes remain unchanged, it introduces an enhanced buffer system that includes hot-start Taq DNA polymerase and ensures robust performance. Due to the modification of the reaction mix, a multi-laboratory developmental validation study was completed to document performance capabilities and limitations for the revised assay. Data within this validation was generated by eight laboratories and served as the basis for the following conclusions: genotyping of single-source samples was consistent across a large range of template DNA concentrations with most laboratories obtaining complete profiles at 62.5pg. Mixture analyses showed that over 90% of minor alleles were detected at 1:9 ratios. Optimum amplification cycle number was ultimately dependent on the sensitivity of the detection instrument and could be adjusted to accommodate a range of DNA template concentrations. Reaction conditions including volume and annealing temperature as well as the concentrations of primers, Taq DNA polymerase, and magnesium were shown to be optimal and able to withstand moderate variations without affecting multiplexed STR amplification. Finally, data from non-probative samples and concordance studies showed consistent results when comparing the PowerPlex® 16 HS System with the PowerPlex® 16 System as well as other commercially available systems.

Origine:fsigenetics.com

«Si può falsificare» E scatta l'allarme per il Dna



Pensate a due fratelli e a un enorme patrimonio custodito gelosamente dal padre. Uno dei figli, notoriamente il più scapestrato, per mettere le mani sul denaro, non esita a uccidere. E tenta di far cadere la colpa sull’altro. Per gettare luce sul delitto, niente di meglio che ricorrere al test del Dna. Ma, sorpresa, il risultato inchioda proprio il ragazzo angelico e insospettabile: quelle poche gocce di sangue trovate dalla polizia appartengono a lui. L’accusa non ha più dubbi. La giuria sembra condotta a una condanna annunciata. Eppure, l’errore giudiziario sta in agguato.

Com’è possibile? La prova genetica è considerata regina, quella che dà una quasi infallibile certezza del coinvolgimento in un crimine o permette di sostenere l’estraneità alla scena del delitto. Da quando è stata introdotta (l’Fbi americano ha cominciato a utilizzarla nel 1988, la sua "invenzione" risale a quattro anni prima) ha risolto moltissimi casi e tante vicende oscure del passato trovano una rilettura grazie alla tecnica allora indisponibile. Il test del Dna, ormai famosissimo grazie a tv, cinema e letteratura, ha anche salvato la vita a 17 condannati a morte negli Stati Uniti, trovati innocenti dopo la condanna attraverso il ricorso all’analisi genetica. Il perfezionamento della tecnica promette oggi sempre maggiore accuratezza e in pochissimo tempo, forse dall’anno prossimo, la polizia americana potrà contare su dispositivi capaci di leggere in tempo quasi reale il profilo cromosomico di persone sottoposte a fermo.
I problemi di privacy sono ben noti. Ma un recentissimo lavoro scientifico condotto da ricercatori di una società privata e della polizia israeliana sembra avere inferto un duro colpo alla possibilità di mantenere quello del Dna come unica e inconfutabile elemento d’incolpazione nel processo penale.

È stato infatti dimostrato che risulta possibile fabbricare in laboratorio prove genetiche assolutamente indistinguibili, perfino senza possedere materiale organico della persona in questione: basta avere accesso alla "scheda" di quell’individuo custodita in una banca dati, sia giudiziaria sia medica. E il compito è alla portata di un biologo senza particolari competenze in materia. «Si può facilmente manipolare la scena di un crimine», ha spiegato al <+corsivo>New York Times<+tondo> Dan Frumkin, primo autore dello studio, pubblicato su <+corsivo>Forensic Science International: Genetics<+tondo>. Lo scopo della Nucleix, l’azienda per cui lavora, non è del tutto disinteressato: la compagnia bio-tech di Tel Aviv ha messo infatti a punto un proprio test pensato per distinguere veri campioni di Dna da quelli "costruiti".

Torniamo ai due fratelli. È sufficiente prendere un mozzicone di sigaretta, un capello o un bicchiere da cui si è bevuto per estrarre il Dna del soggetto e creare un campione da rimettere su un’arma o su un passamontagna nella forma di uno schizzo di sangue o di una goccia di saliva. Non serve nemmeno un’abilità particolare, molti biologi (se disonesti) possono compiere un’operazione simile, senza bisogno di attrezzature speciali. Ed è forse possibile suddividere il "lavoro" in forma anonima tra centri che si occupano di genetica, facendo gli ordini via Internet, inviando e ricevendo i campioni per posta.
Il punto chiave è che i ricercatori israeliani hanno inviato armi e altri oggetti "sporcati" a laboratori utilizzati dalla Giustizia americana e nessuno dei tecnici abilitati ha notato nulla di anomalo analizzando la traccia. In un caso, dal sangue di una donna sono stati tolti i globuli bianchi (che contengono il Dna) e a esso sono poi stati aggiunti frammenti genetici tratti dal capello di un uomo. Tale reperto, sottoposto a uno dei centri più importanti negli Stati Uniti, è stato tipizzato senza incertezze come un profilo maschile.

I risultati dello studio di Frumkin e colleghi sono stati giudicati «preoccupanti» dall’American Civil Liberties Union: «Il Dna pare più facile da spargere sul luogo di un delitto delle stesse impronte digitali. E noi stiamo costruendo un sistema penale che sempre più si basa su questa tecnica probatoria».
Qualche perplessità è manifestata invece da Pietro Liò, docente di Bioinformatica all’università di Cambridge. «Difficile "invecchiare" e "frammentare" il Dna nel modo in cui di solito si presenta sulla scena del crimine – spiega –. Certo, oggi la tecnologia progredisce in modo rapidissimo e permette manipolazioni sempre più sofisticate. Che richiedono un supplemento di attenzione e ricerca. A favore della prova del Dna, va però ricordato che è possibile analizzare il profilo genetico di una persona anche mescolato a 200 tracce di altrettanti individui».

Concorda Lucia Bianchi, avvocato in Firenze ed esperta di genetica forense: «Nel caso dei fratelli, la difesa non avrebbe ceduto facilmente. Bisogna considerare l’alibi, il modo in cui le tracce possono essere state lasciate sul luogo del delitto. E poi non c’è solo la prova del Dna. Si considerano, ad esempio, le traiettorie degli schizzi di sangue. L’arma deve essere "truccata" a regola d’arte. Non basta il falso campione con cui sporcarla. Insomma, le falsificazioni mi sembrano molto difficili».
Resta il fatto che il test del Dna ha perso un po’ della sua aura di infallibilità. Benché la contromossa venga proprio dagli autori dello studio citato. Un’ulteriore analisi può scoprire che il campione genetico è artificiale (grazie al fenomeno della metilazione). Ma nessun laboratorio del mondo la esegue ancora...
Amdrea Lavazza
Origine: avvenire.it

sabato 7 novembre 2009

SALUTE: NANOPARTICELLE DANNEGGIANO DNA ANCHE A DISTANZA, STUDIO

(AGI) - Londra, 6 nov. - Nanoparticelle metalliche possono danneggiare il Dna anche senza entrare nelle cellule. La scoperta, effettuata da un gruppo di ricercatori dell'Universita' di Bristol non solo getta una luce sulle capacita' di interazione di queste particolari strutture molecolari all'interno dell'organismo umano, ma fornisce anche indicazioni specifiche su come queste molecole possono essere utilizzate per trasportare all'interno del corpo umano i farmaci. Lo studio inoltre solleva questioni rilevanti in merito alla reale sicurezza per la salute di queste nanoparticelle che vengono impiegate ormai un po' dappertutto, dalle creme solari ai prodotti elettronici. Anche se, va detto, i ricercatori hanno utilizzato nel corso dei loro esperimenti una quantita' molto elevata di nanoparticelle che difficilmente puo' essere paragonabile a quella cui puo' normalmente entrare in contatto una persona utilizzando questi oggetti.
Nell'articolo pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology i ricercatori hanno esposto alcune colture cellulari a un particolare tipo di nanoparticelle a base di cromo-cobalto. Tra la coltura cellulare e le nanoparticelle hanno frapposto una particolare barriera protettiva formata da fibroblasti. Alla fine delle'esperimento si e' potuo verificare che il dna delle cellule in coltura era stato comunque modificato attraverso una cascata di segnali chimici indotti dai fibroblasti, che invece erano a contatto diretto con le nanoparticelle. "Questa ricerca - ha spiegato Ashley Blom principale autrice della ricerca - ci fa capire come possono interagire con l'organismo anche nanoparticelle naturali, per esempio i prioni che probabilmente usano gli stessi meccanismi per interagire con il Dna".

Origine: agi.it

SALUTE: FERTILITA', TEST DEL DNA RIVELA 'OROLOGIO BIOLOGICO'

SALUTE: FERTILITA', TEST DEL DNA RIVELA 'OROLOGIO BIOLOGICO'


(ASCA) - Roma, 6 nov - Un test genetico capace di leggere ''l'orologio biologico'' della donna e predire fino a quando sara' fertile o se e' a rischio di menopausa precoce. Lo stanno mettendo a punto i ricercatori del Center for Human Reproduction di New York, che sperano di poterlo utilizzare entro un anno. In casi normali una donna ha una netta diminuzione del numero degli ovociti dopo i 35 anni fino alla menopausa. Nel 10% dei casi, pero', il calo si verifica gia' entro i trent'anni. Il nuovo esame sara' in grado di predire questi casi, in modo tale da consentire alle mamme ''a rischio'' di decidere se anticipare la gravidanza o congelare alcune uova per aumentare le possibilita' di concepimento future.

noe/sam/ss
by asca.it

sabato 24 ottobre 2009

Infertilità maschile per colpa del sistema endocannabinoide?


L'esposizione alla cannabis, a lungo andare, potrebbe interferire con la formazione degli spermatozoi.

Non è più solo un sospetto. L'abuso di sostanze cannabinoidi, principali costituenti della marijuana, potrebbe contribuire a provocare l'infertilità nell'uomo. Lo ha confermato lo studio "The endocannabinoid system and pivotal role of the CB2 receptor in mouse spermatogenesis", aprendo nuove prospettive per la comprensione dei fenomeni di oligospermia o azospermia (drastica diminuzione o totale assenza del numero di spermatozoi, spesso con riduzione della motilità), in particolare in quei pazienti che presentano normale assetto cromosomico e assenza di difetti genetici noti o patologie occlusive.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas-Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata condotta in collaborazione tra ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di chimica biomolecolare (Icb-Cnr), Istituto di cibernetica (Ic-Cnr) e Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr) - e dell'Università di Roma Tor Vergata. Essa dimostra per la prima volta come, nel topo, il sistema endocannabinoide (cioè il sistema su cui agisce anche la marijuana) sia coinvolto nel processo della spermatogenesi.
"Negli ultimi anni", spiega Pierangelo Orlando dell'Ibp-Cnr, "abbiamo assistito ad un aumento progressivo dell'incidenza dell'infertilità di coppia.
Secondo le più recenti statistiche a livello mondiale, sarebbero circa il 15% le coppie con problemi di mancata o ridotta fertilità, per il 40% attribuibili a oligospermia o azospermia maschile. Le cause potenziali della ridotta fertilità maschile sono da ricondurre per il 60% dei casi ad una origine genetica e per il restante 40% a malformazioni occlusive o che sfuggono alla classificazione".
Una delle cause dell'oligospermia, tra quelle che attualmente non risultano classificabili - prosegue il ricercatore, componente del Endocannabinoid Research Group coordinato da Vincenzo Di Marzo dell'Icb-Cnr (http//bruksy.icmib.na.cnr.it/erg/) - potrebbe essere riconducibile al cattivo funzionamento del sistema endocannabinoide, con cui anche l'abuso di cannabis può interferire. "È stato infatti osservato che le cellule germinali presenti nel testicolo dell'animale possiedono recettori del sistema endocannabinoide e, in particolare, che il recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2) è coinvolto nel processo meiotico mediante il quale da ogni spermatocita primario (che nel maschio della specie umana presenta assetto cromosomico 46,XY) si ottengono 4 nuove cellule (spermatidi) 2 con assetto cromosomico 23,X e 2 con assetto 23,Y, che daranno origine durante la spermiogenesi agli spermatozoi maturi. Paralleli studi farmacologici dimostrano la possibilità di modulare in vivo il sistema endocannabinoide mediante agonisti ed antagonisti dei recettori CB2 ed inibitori della formazione o degradazione degli endocannabinoidi, aprendo così la strada ad approcci terapeutici in caso di funzionamento non corretto".
Infine, conclude il ricercatore, "il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita (Icsi-iniezione intro-citoplasmatica dello sperma nell'ovulo, eventualmente previa aspirazione degli spermatozoi residui dal testicolo-TESA), se ha risolto gran parte dei casi di infertilità maschile, ha determinato nella prole un aumento statisticamente significativo sia di trasmissione genetica dell'infertilità, sia una incidenza maggiore da 6 a 9 volte di anomalie cromosomiche, in particolare quelle definite 'da difetto di imprinting' (sovra-dosaggio genetico) come le sindromi di Beckwith-Wiedemann, Angelman, Prader-Willi", malattie genetiche rare caratterizzate da importanti alterazioni anatomo-funzionali e aumentato rischio di tumore.
Redazione MolecularLab.it (23/10/2009)
Kriagen
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venerdì 23 ottobre 2009

Scienziati decifrano il codice del DNA spermatico


Un team europeo di ricercatori guidato dal European Molecular Biology Laboratory (EMBL) a Heidelberg (Germania) e a Grenoble (Francia) hanno scoperto che la Brdt - una proteina presente soltanto nelle cellule spermatiche - ha un ruolo centrale nel controllare la ricompattazione del DNA spermatico. I risultati dello studio, pubblicati nella rivista Nature, hanno gettato luce sulla forma eccezionalmente idrodinamica degli spermatozoi.

In collaborazione con i loro colleghi dell'Institut de Biologie Structurale (IBS) - Jean Pierre Ebel e dell'Institute Albert Bonniot (IAB) in Francia, i ricercatori dell'EMBL sono riusciti a determinare una chiave di lettura ottimale per il codice istonico, svelando il mistero della velocità degli spermatozoi. Una cosa è chiara: la fertilità dipende in grande misura dalla velocità degli spermatozoi.

Il DNA (acido deossiribonucleico) è contenuto in una struttura complessa chiamata cromatina, che rappresenta l'ossatura del cromosoma. Lunghe sequenze di DNA sono avvolte intorno a proteine chiamate istoni. Ma cosa rende il DNA spermatico unico? I ricercatori dicono che la cromatina spermatica è ancora più compatta, riducendo le dimensioni della testa degli spermatozoi, rendendoli così più idrodinamici.

Studi hanno mostrato che il controllo della cromatina è un meccanismo molto complicato. Gli istoni sono segnati da vari marcatori chimici, che codificano i cambiamenti diretti nella struttura cromatinica. Secondo i ricercatori, "ai marcatori si legano varie proteine, attraverso la cui combinazione si riesce a decifrare il codice."

Ricerche svolte nel passato hanno indicato che queste proteine si legano usando uno o più "campi" modulari, ognuno dei quali è segnato da un unico marcatore. Ora gli scienziati dell'EMBL, IBS e IAB hanno scoperto un ulteriore livello di elaborazione. Esaminando il legame dell'istone della proteina Brdt, il team ha scoperto che essa si lega fortemente ad un istone con due marcatori particolari - gruppi acetilici (gruppi contenenti carbonio e idrogeno) - usando un solo campo proteico.

"Siamo rimasti molto sorpresi", ha detto il dott. Christoph Müller dell'EMBL. Abbiamo analizzato la struttura, scoprendo che il campo formava una tasca, legando i due marcatori contemporaneamente".

Il dott. Saadi Khochbin dell'IAB ha detto: "Negli spermatozoi - appena prima che il DNA si ipercompatta - questi marcatori vengono aggiunti lungo tutta la cromatina, attraverso un'enorme onda. Se la Brdt è assente, non avviene la compattazione supplementare, e la testa degli spermatozoi è meno affusolata. I topi maschi privi di Brdt non sono fertili".

Tuttavia, gli scienziati hanno detto che si può soltanto supporre che il modo in cui la Brdt si lega ai marcatori istonici abbia un ruolo importante nella sua particolare capacità di ricompattarsi.

"Un'ipotesi è che gli istoni acquistano i marcatori in maniera sequenziale e si ricompattano soltanto a marcatura completata", ha detto il dott. Müller. "La Brdt si lega agli ultimi due marcatori della sequenza - facendone l'ultimo passo del processo -, il segnale finale che dà il via alla ipercompattazione.

Carlo Petosa dell'IBS ha detto: "Stiamo riesaminando le strutture di altre proteine associate alla cromatina e abbiamo visto [che] questo meccanismo di marcatori è probabilmente usato anche da loro, aumentando [pertanto] la nostra comprensione di come viene letto il codice istonico".

Gli scienziati ritengono che i risultati del loro studio contribuiranno alla soluzione delle problematiche legate allo sviluppo degli spermatozoi. Il team sta anche valutando l'impatto di questa proteina sulla fertilità maschile.

Pubblicato da cordis.europa.eu
By Kriagen

Disconoscimento di paternita'

Disconoscimento di paternita'

La filiazione, così come la famiglia legittima, è uno degli istituti fondanti il nostro sistema, tutelato e riconosciuto dalla Costituzione e dall'intero apparato normativo italiano. Si comprende, quindi, la particolare attenzione che il legislatore ha dedicato all'azione di disconoscimento di paternità, il cui scopo è l'accertamento negativo dello stato di legittimità di un figlio così come risultante dall'atto di nascita.

Con detta azione, quindi, il presunto padre (o gli altri soggetti legittimati e tassativamente indicati dalla legge) adisce l'Autorità Giudiziaria per far accertare che il soggetto che risulta dai registri di nascita esser suo figlio, in realtà non lo è dal punto di vista biologico. In particolare, in tale settore la difficoltà maggiore è sempre stata la ricerca di un delicato equilibrio tra due contrapposte esigenze di tutela. Da un lato, di fatti, vi è la necessità di assicurare la verità, intesa in tale ambito come esatta conoscenza della genitorialità biologica e, cioè, come consapevolezza su chi realmente sia il proprio genitore (favor veritatis); dall'altro, tale esigenza deve necessariamente bilanciarsi con la contrapposta necessità di tutelare la famiglia legittima (favor legitimitatis), posto che l'azione di disconoscimento tende proprio ad eliminare lo status di figlio legittimo, che ne costituisce di conseguenza il necessario presupposto.

Naturalmente tale punto di equilibrio è fortemente connaturato all'evoluzione storica e al contesto culturale di un paese; così, se fino a qualche tempo fa si privilegiava il favor legitimitatis, oggi il legislatore e la giurisprudenza hanno cercato sempre più di agevolare la ricerca della verità nell'ambito dei rapporti familiari. Proprio a tale scopo è stata riformata più volte, nel corso degli anni, la disciplina del disconoscimento di paternità, con il chiaro intento di privilegiare il favor veritatis, nonostante l'apparato legislativo sia ancora fortemente rigoroso per ciò che concerne presupposti e modalità di esercizio dell'azione di disconoscimento di paternità.

A tal proposito, e proprio a dimostrazione di quanto sia difficile contemperare le due opposte esigenze, anche in risposta a quanti sostengono che l'attuale apparato normativo sia ancora eccessivamente restrittivo e troppo orientato al favor legitimitatis, la Cassazione ha rilevato che “pur a fronte di un accentuato favore per una conformità dello status alla realtà della procreazione – chiaramente espresso nel progressivo ampliamento in sede legislativa delle ipotesi di accertamento della verità biologica – il favor veritatis non costituisce un valore di rilevanza costituzionale assoluta da affermarsi comunque, atteso che l'articolo 30 della Costituzione non ha attribuito un valore indefettibilmente preminente alla verità biologica rispetto a quella legale, ma, nel disporre al quarto comma che “la legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità”, ha demandato al legislatore ordinario il potere di privilegiare, nel rispetto degli altri valori di rango costituzionale, la paternità legale rispetto a quella naturale, nonché di fissare le condizioni e le modalità per far valere quest'ultima, così affidandogli anche la valutazione in via generale della soluzione più idonea per la realizzazione dell'interesse del minore” (Cass. Civ. 20254/04).

Ciò premesso, per avere un quadro completo dell'attuale disciplina del disconoscimento, si deve necessariamente accennare alla disciplina della filiazione legittima, che ne costituisce presupposto logico. Più precisamente, il codice civile stabilisce che lo stato di figlio legittimo si acquista quando concorrono quattro presupposti: vi sia un matrimonio valido e il figlio venga partorito dalla donna sposata. La ricorrenza di questi due presupposti è di immediata prova, bastando a tale scopo il certificato di matrimonio e l'atto di nascita. Il concepimento sia avvenuto in costanza di matrimonio. In relazione a tale requisito il codice civile, all'art. 232, stabilisce che “si presume concepito durante il matrimonio il figlio nato quando sono trascorsi centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio e non sono ancora trascorsi trecento giorni dalla data dell'annullamento, dello scioglimento o della cessazione degli effetti civili del matrimonio” (cd. presunzione di concepimento in costanza di matrimonio). Il nascituro sia “generato dal marito”. Anche in relazione a tale presupposto, il codice civile detta all'articolo 231 la cd. presunzione di paternità, secondo cui il marito si presume padre del bambino concepito durante il matrimonio.

I presupposti di concepimento in costanza di matrimonio e di paternità sono presunzioni, nel senso che la legge presume che il figlio nato entro il lasso di tempo che va dal centottantesimo giorno dalla celebrazione del matrimonio al trecentesimo giorno prima dello scioglimento dello stesso sia stata concepito in costanza d matrimonio, così come presume che il padre legittimo dello stesso sia il marito. Sono, tuttavia, presunzioni relative, nel senso che la legge ammette che venga data la prova contraria, limitatamente però nelle ipotesi e alle condizioni di cui all'articolo 235 del codice civile. L'articolo 235 c.c., appunto, descrive le condizioni per cui, pur sussistendo i presupposti di cui all'articolo 231 del c.c. e, quindi, avendo il nascituro assunto lo status di figlio legittimo, si può esercitare un'azione specifica per disconoscerne la paternità.

Scopo di tale azione è, quindi, quello di rimuovere lo status di figlio legittimo, accertando che lo stesso è stato concepito da persona diversa dal presunto padre ex art. 231 c.c.; in queste ipotesi, quindi, il legislatore privilegia il principio del favor veritatis a discapito del favor legitimitatis. Tuttavia, proprio alla ricerca di un equilibrio tra le su menzionate contrapposte esigenze, il legislatore ammette che tale azione possa essere esercitata solo in quattro ipotesi tassativamente determinate.

La prima ipotesi ricorre quando “i coniugi non hanno coabitato nel periodo compreso tra il trecentesimo ed il centottantesimo giorno prima della nascita”. Dall'originaria nozione di coabitazione intesa come impossibilità di fatto a coabitare, oggi si è abbracciata un'accezione molto più ampia di coabitazione, “comprensiva delle ipotesi in cui i coniugi - pur avendo abitato nello stesso alloggio o vissuto nella stessa città o avuto comunque possibilità di visita o incontro – si siano trovati insieme in circostanze di tempo e di luogo e in condizioni personali e soggettive tali da rendere improbabile che essi abbiano potuto avere rapporti intimi. Dal che consegue che, quando l'attore abbia dimostrato la non coabitazione, nel senso precisato, la parte convenuta deve, essa, provare, fornendo idonei elementi presuntivi, il ripristino anche temporaneo della coabitazione ovvero che eventuali incontri occasionali o saltuari siano sfociati in rapporti intimi” (Cass. Civ. 86/498).

La seconda ipotesi ricorre nel caso in cui, nel periodo compreso tra il trecentesimo e il centottantesimo giorno prima della nascita, il marito era affetto da impotenza, anche se soltanto di generare. Pertanto, il presunto padre che intenda disconoscere il figlio deve provare l'esistenza, per tutto il periodo corrispondente al concepimento, di una impotenza; tale dimostrazione può essere fornita con la cd. prova seminologica, essendo sufficiente dimostrare, nel periodo in questione, una costante ed assoluta mancanza di spermatozoi. Questo è ciò che è richiesto dalla noma, non essendo invece necessario l'accertamento in ordine alle cause di tale azoospermia né se siffatta anomalia sia reversibile o meno.

La terza ipotesi si ha nel caso in cui nel periodo di concepimento “la moglie ha commesso adulterio o ha tenuto celata al marito la propria gravidanza e la nascita del figlio. In tali casi il marito è ammesso a provare che il figlio presenta caratteristiche genetiche o del gruppo sanguigno incompatibili con quelle del presunto padre, o ogni altro fatto tendente ad escludere la paternità”.

L'articolo 235 c.c. contiene in realtà tre ipotesi diverse ed autonome alla presenza delle quali è possibile attivare l'azione di disconoscimento della paternità. La prima ricorre nel caso in cui la moglie abbia celato al marito la gravidanza e la nascita del figlio. In particolare, il celamento della gravidanza rende ammissibile l'azione di disconoscimento della paternità, anche indipendentemente dal celamento della nascita, quando la moglie abbia occultato la gravidanza stessa con un comportamento cosciente e volontario, anche se non preordinato, ovvero privo della convinzione circa l'estraneità del marito rispetto al concepimento, quando tale comportamento si sia protratto per un apprezzabile periodo di tempo fra la conoscenza dello stato di gravidanza e la sua comunicazione al marito, nell'arco compreso tra il trecentesimo e il centottantesimo giorno prima della nascita (Cass. Civ. 8420/94).

La seconda ipotesi ricorre nel caso di adulterio della moglie durante il periodo di concepimento. È stato rilevante in tale ambito un intervento della Corte Costituzionale che si è pronunciata con sentenza del 06.07.2006, n. 266. In particolare, prima di detta sentenza, la giurisprudenza riteneva che l'esame ematologico e genetico a cui rinvia l'art. 235, comma primo, n. 3 (cd. Test del DNA) fosse possibile solo subordinatamente alla previa dimostrazione dell'adulterio della moglie. Occorreva, cioè, prima dimostrare che la moglie avesse commesso adulterio e solo successivamente si potevano introdurre prove tecniche atte ad accertare la non compatibilità della caratteristiche genetiche / ematiche del “presunto” figlio con quelle del “presunto” padre.

La Consulta, con detto intervento, ha dichiarato “illegittimo l'art. 235, comma 1, n. 3, c.c., nella parte in cui, ai fini dell'azione di disconoscimento della paternità, subordina l'esame delle prove tecniche, da cui risulta che il figlio presenta caratteristiche genetiche o del gruppo sanguigno incompatibili con quelle del presunto padre, alla previa dimostrazione dell'adulterio della moglie”. Evidentemente, si è riconosciuto che l'esito del test del DNA possa costituire una prova implicita dell'adulterio e ciò sopratutto grazie ai progressi della scienza medica che ormai fanno si che tale test conduca a risultati pressoché equivalenti alla certezza. Pertanto, ad oggi, è possibile, indipendentemente dalla prova dell'adulterio, produrre a sostegno dell'azione de quo prove genetiche ed ematologiche rivolte a dimostrare che le caratteristiche genetiche / ematologiche del figlio sono incompatibili con quelle del padre. In tale ambito, può accadere che il coniuge contro cui è proposta l'azione rifiuti di sottoporsi al necessario prelievo per le verifiche tecniche. Se ciò accade, è ormai orientamento consolidato quello secondo cui il giudice possa valutare tale rifiuto ai sensi dell'art. 116 c.p.c.; in particolare, il giudice da tale rifiuto, laddove ingiustificato, può desumere argomenti di prova su cui fondare il proprio convincimento.

Per quanto riguarda gli aspetti procedurali, legittimati attivi a proporre l'azione di disconoscimento sono il presunto padre, la madre, il figlio una volta che abbia raggiunto la maggiore età. Il figlio minore non può attivarsi in proprio ma, se già sedicenne, solo per il tramite di un curatore speciale nominato ad hoc dal giudice; se invece il minore non ha ancora compiuto i sedici anni, l'azione può essere proposta dal pubblico ministero (art. 244 c.c.). Nel caso in cui il titolare dell'azione di disconoscimento muoia prima di averla promossa, la facoltà di esercitare l'azione è trasmessa agli eredi (art. 246 c.c.).

Nello specifico, nel caso di morte del presunto padre o della madre, legittimati sono i discendenti e gli ascendenti mentre, nel caso di morte del figlio, legittimati sono il coniuge o gli ascendenti. Per quanto concerne la legittimazione passiva, il presunto padre, la madre e il figlio sono litisconsorti necessari. L'azione, proprio per esigenze di stabilità e certezza in relazione allo status di figlio legittimo, può essere proposta entro termini decadenziali piuttosto brevi; di fatti, “i termini di decadenza per l'esercizio dell'azione di disconoscimento di paternità concorrono...a definire l'ambito nel quale il disconoscimento di paternità è esperibile e, con esso, a delineare il punto di equilibrio tra verità biologica e certezza dello status come presuntivamente attribuito” (Cass. Civ. 6302/07).

Tali termini si differenziano a seconda dei soggetti che intendono proporre detta azione: la madre può proporre l'azione entro il termine di sei mesi decorrente dalla nascita del figlio ovvero, in caso di impotenza a generare, decorrente dal giorno in cui sia venuta a conoscenza di detta impotenza (Corte Cost., sent. n. 170 del 14.05.1999); il presunto padre può proporre l'azione entro un anno decorrente:
(i) dalla nascita del figlio, se era presente;
(ii) dal giorno del suo ritorno, se era lontano;
(iii) dal giorno in cui ha avuto notizia della nascita, se prova di non averne avuto notizia prima; (iv) dal giorno in cui ha avuto conoscenza della propria impotenza a generare (Corte Cost., sent. n. 170 del 14.05.1999);
(v) dal giorno in cui ha avuto conoscenza dell'adulterio della moglie, nel caso di cui al n. 3 dell'art. 235 c.c. (Corte Cost., sent. n. 134 del 06.05.1985).

il figlio può proporre l'azione entro un anno decorrente dal compimento della maggiore età o dal successivo momento in cui sia venuto a conoscenza di fatti che rendono esperibile l'azione. Non può mai proporre tale azione il presunto padre biologico che rimane estraneo all'intero procedimento.

La sentenza che accoglie l'azione di disconoscimento è una sentenza di accertamento costitutivo, nel senso che comporta una modifica dello stato del figlio e, come tale, ha effetti erga omnes. Detti effetti, praticamente, si sostanziano nella fatto che il figlio disconosciuto: perde lo status di figlio legittimo nonché il cognome del marito della madre; acquista lo status di figlio naturale riconosciuto dalla sola madre, salvo il successivo riconoscimento del vero padre.

* Avv. Matteo Santini, Dott.ssa Beatrice Maiolini, legali in Roma

Pubblicato da osservatoriosullalegalita.org

giovedì 22 ottobre 2009

Scoperte sul DNA in Russia: I suoni modificano l'informazione genetica stessa

Molti maestri spirituali sanno già da tempo che il nostro corpo può essere programmato da lingua, parole e pensieri. Ora questo è stato scientificamente provato. Il DNA umano funziona come una specie di “Internet biologico“, ed è sotto molti aspetti superiore a quello artificiale. Nuove ricerche scientifiche in Russia, direttamente o indirettamente, spiegano fenomeni quali chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e guarigioni a distanza, autoguarigioni, tecniche di affermazione, aloni di luce attorno alle persone e molto altro.

In più si potrebbe affermare una medicina completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con delle parole e frequenze, SENZA LA NECESSITÀ di prelevare e reintrodurre singoli geni. Soltanto il 10 per cento del nostro DNA serve a produrre le proteine, ed è questo 10 per cento che viene esaminato dai ricercatori occidentali. Il rimanente 90 per cento viene considerato “junk DNA“, DNA spazzatura. Tuttavia i ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90 per cento a caso, hanno esplorato questo 90 per cento del DNA assieme a linguisti e genetisti. I risultati di questa ricerca sono semplicemente rivoluzionari !

Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare. I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico (specialmente il 90 per cento “inutile”) segue le stesse regole di tutte le lingue dell'uomo. A questo scopo, gli studiosi hanno comparato le regole di sintassi (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole base di grammatica. Hanno scoperto che il nostro DNA segue un determinato schema grammaticale. Quindi le lingue dell'uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel DNA.

Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del DNA. In breve sostengono che “i cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico che usa radiazioni laser di DNA endogeno”. Gli studiosi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul DNA, modificando la frequenza di esso e quindi l'informazione genetica stessa. Dato che la struttura base del DNA è uguale alla struttura della lingua, non è necessaria alcuna codifica del DNA. Si possono semplicemente usare parole e frasi della lingua umana! Anche questo è stato provato scientificamente.

La sostanza del DNA (nel tessuto vivo, non in provetta) reagirà sempre a questi raggi modulati e addirittura alle onde radio, se vengono utilizzate le frequenze giuste. Questo spiega perché tecniche come affermazioni, ipnosi e simili hanno un effetto così forte sugli uomini e il loro corpo: per il nostro DNA reagire al linguaggio è perfettamente naturale. Mentre i ricercatori occidentali prelevano singoli geni dalle eliche del DNA e li inseriscono altrove, i russi hanno creato un mezzo per influenzare il metabolismo delle cellule attraverso frequenze di luce e di onde radio, riparando i difetti genetici. Gli studiosi hanno addirittura catturato uno schema di informazioni di un DNA particolare e lo hanno trasmesso a un altro, riprogrammando le cellule. In questo modo hanno trasformato, per esempio, embrioni di rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo informazioni di DNA! Così le informazioni sono state trasmesse senza gli effetti collaterali che possono manifestarsi quando si prelevano e reinseriscono dei singoli geni dal DNA.

Quindi è stato provato ciò che i maestri spirituali sanno già da tempo. Ovviamente la frequenza utilizzata deve essere quella giusta. Per questo motivo non tutti otteniamo lo stesso successo. Ogni individuo deve lavorare sul proprio processo e sviluppo interiore per stabilire una comunicazione conscia con il DNA. Più sarà alta la consapevolezza di un individuo, meno ci sarà la necessità di un congegno, e si potranno ottenere questi risultati da soli. La scienza finalmente finirà di prendersi gioco di queste idee e confermerà e spiegherà questi risultati. E non finisce qui.

I ricercatori russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può creare delle interferenze in un vuoto, producendo un “tunnel spaziale”! Questi tunnel sono l'equivalente microscopico dei cosiddetti “ponti Einstein-Rosen” in prossimità di buchi neri (lasciati da stelle estinte). Sono dei collegamenti tra aree completamente diverse nell'universo, attraverso i quali si può trasmettere al di fuori di spazio e tempo. Il DNA attrae questi pezzi d'informazione e li trasmette alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione (telepatia, channeling) è più efficace in uno stato di rilassamento. Stress, preoccupazione o un cervello troppo attivo rendono inefficace l'ipercomunicazione, o le informazioni trasmesse saranno completamente distorte e inutili.

Un esempio di ipercomunicazione lo troviamo, per esempio, nel mondo degli insetti. Quando la regina di un formicaio viene separata dalla sua colonia, le formiche lavoratrici continuano il loro lavoro secondo un piano preciso. Ma se la regina rimane uccisa, tutte finiscono di lavorare; nessuna formica sa più cosa fare. Sembra che la regina trasmetta i suoi “piani di costruzione” anche se è lontana, attraverso la coscienza di gruppo dei suoi sudditi. L'importante è che sia viva. Negli uomini, spesso si ha un fenomeno di ipercomunicazione quando improvvisamente si trova l'accesso a informazioni al di fuori della propria conoscenza. Questa ipercomunicazione viene vissuta come ispirazione, intuizione o trance. Il compositore Giuseppe Tartini per esempio una notte sognò il diavolo seduto accanto il suo letto che suonava il violino. La mattina successiva Tartini fu in grado di ricordarsi esattamente lo spartito e scriverlo: ne risultò la sonata “Il trillo del diavolo”.

Un infermiere 42enne per molti anni sognò una situazione nella quale era collegato a una specie di enciclopedia sotto forma di CD-Rom. In quei sogni gli venivano trasmesse delle conoscenze di ogni genere, e la mattina seguente era in grado di ricordare tutto. Gli arrivò un flusso enorme di informazioni, e sognava per lo più dettagli tecnici che erano al di fuori della sua conoscenza. Quando vi sono questi casi di ipercomunicazione, si possono osservare dei fenomeni sovrannaturali nel DNA. Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo stesso modo si suppone che l'energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare attraverso gli tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA. Gli effetti collaterali più frequenti nell'ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il campo elettromagnetico si dissolve, l'apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti operatori spirituali conoscono bene questo effetto.

Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo. Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato quasi completamente l'ipercomunicazione. Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.

Senza un'individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali. L'ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa. I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero Dio ! E l'umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva.

Il tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da un solo individuo, ma l'impresa potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo. Una civiltà moderna che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d'inquinamento ambientale, né di risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare automaticamente e in modo naturale l'energia del pianeta.

Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza. Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C). Inoltre, tutti i superconduttori possono immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.

Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s'innalzano dalla terra verso il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di reagire ai nostri pensieri. Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce, quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra realtà. Anche la scienza “ufficiale” conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di Papa, a sud di Roma.

L'articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina http://www.fosar-bludorf.com (Kontext - Forum for Border Science). Su questa pagina è anche possibile contattare gli autori.

Tutte le informazioni sono tratte dal libro "Vernetzte Intelligenz" di Grazyna Fosar e Franz Bludorf, ISBN 3930243237; purtroppo per ora esiste soltanto in tedesco.

Autore: Grazyna Fosar e Franz Bludorf / Traduzione: Tanja Pasini Laureata in traduzione per traduzioni: Inglese – Italiano, Tedesco – Italiano, Italiano – Tedesco, Inglese – Tedesco. Contattare: tanja@x-cosmos.it

Acquista subito il libro:

L'Intelligenza in rete nascosta del DNA

L'Intelligenza in rete nascosta del DNA

Autori: Grazyna Fosa, Franz Bludorf


sabato 17 ottobre 2009

Test Genetici Legali (Forensi)


Cosa sono i Test Legali o Forensi?
I Test Genetici per uso Legale non differiscono tecnicamente dai Test Informativi. Richiedono solo di seguire una specifica procedura di raccolta dei campioni. Tale procedura, per avere validità legale, deve garantire l'identità dei soggetti che si sottopongono al test. Ovvero, è necessario che una terza persona identifichi i soggetti, acquisisca i campioni e le necessarie autorizzazioni, compilando un apposito modulo fornito da Kriagen.
I Test Genetici Legali possono essere richiesti dal giudice, se è in corso una causa, che incaricherà un Laboratorio (normalmente una struttura pubblica). La legge n°397 del 7.12.2000 consente, in sede giudiziaria, che le parti possano servirsi di un Consulente Tecnico di Parte (CTP). Kriagen può operare su tutto il territorio Nazionale garantendo professionisti per l'incarico di Consulenti Tecnici di Parte (CTP) in sede giudiziaria, e fornire un importante supporto tecnico ad avvocati, medici e agenzie investigative.
Un privato può eseguire di sua iniziativa un Test Genetico Legale, ma come precedentemente detto, deve essere rispettata una precisa procedura di raccolta del campione perché abbia valore. In questa procedura è fondamentale che l’identità dei soggetti ed il loro prelievo siano eseguiti e confermati, con dichiarazione scritta, da un medico idoneo. Inoltre tutti i soggetti sottoposti al Test devono rilasciare una specifica autorizzazione. Kriagen indicherà il medico idoneo con sede più vicina al cliente (link).
Nel caso del Test di Paternità Legale si devono produrre i campioni di entrambi i genitori. Questi Test Genetici sono certi al 99,999% e sono richieste metodologie, caratteristiche tecniche, strumentazioni e kit specifici per uso forense. Kriagen certifica i propri test con procedure metodologiche e tecniche forensi, garantendo ai propri clienti la certezza di un Test Genetico per uso Forense.

I Test Genetici eseguibili in ambito Forense sono diversi, tra cui:

Test Paternità
Test Profilo DNA
Test Immigrazione (Ricongiungimento Familiare)
Test Parentela
Consulente Tecnico di Parte Forense (CTP)

Perché fare i Test Genetici Legali presso Kriagen

    Perché Strumenti, Metodiche e Kit usati da Kriagen sono certificati per uso Forense.
    Perché è eseguibile nella propria città con Medico.
    Perché il Risultato è Garantito e Certo al 99,999%.
    Perché si paga solo il 50% all'ordine e il saldo alla consegna dei Risultati.
    Perché fate tutto da casa nella totale Privacy.
    Perché il Kit di Prelievo è Incluso nel Costo.
    Perché i Test hanno le 3 Garanzie di Kriagen.
    Perché il Supporto Tecnico Scientifico è Gratuito.

Su quali campioni è eseguito i Test Genetici Legali?

I Test Legali sono comunemente eseguiti su Campioni Orali, con il nostro Kit Gratuito.
Inoltre, è possibile estrarre il DNA da altri supporti come ad esempio: Chewingum, mozziconi di sigaretta, capelli, liquido seminale, etc. Un elenco dettagliato con tutti i vari possibili campioni utilizzabili è visionabile nella sezione "Campioni Forensi". Grazie a questi campioni si può eseguire il Test anche nel caso in cui un individuo non sia al momento disponibile per il prelievo.
Nei casi di Test di Paternità Legali con minorenni o soggetti non emancipati, è indispensabile un’esplicita autorizzazione all'esecuzione del test rilasciata da parte degli esercenti la potestà genitoriale.
Inoltre, qualora vi fossero motivi d'incompatibilità tra le parti, è possibile fare i prelievi in tempi e luoghi diversi, purché non all'insaputa di uno o dell'altro genitore. Il Kit di Prelievo Legale prevede N.1 Tampone Sterile per ogni soggetto sottoposto a test.


Garanzie e Tempi

Il Test e il Risultati sono assicurati dalle 3 Garanzie.
L'esito degli esami normalmente sono disponibili in 10gg lavorativi dal ricevimento dei campioni, e la comunicazione può avvenire in differenti modi scelti dal cliente.
Al termine delle analisi è redatta una dettagliata Relazione Tecnica comprensiva di elettroferogrammi, dettagli su Strumentazione e Kit Forensi e analisi statistiche sui risultati. La relazione potrà essere utilizzata per fini processuali, in azioni di riconoscimento/disconoscimento di paternità.
Inoltre è possibile richiedere un Servizio Test Rapido che consente di eseguire il Test Genetico Legale entro soli 5gg lavorativi dal ricevimento dei campioni.

Quanto Costa il Test

l costo dei Test Genetici Legali è difficilmente determinabile a priori, infatti per ogni test rientrano esigenze specifiche e delicate come il numero e la tipologia dei campioni, il numero dei soggetti sottoposti a test e il luogo dove verranno eseguiti i prelievi. Perciò, visti gli argomenti delicati, prenderemo in esame personalmente caso per caso con tutta la discrezione necessaria. Vi invitiamo a contattarci per maggiori informazioni, sarete ricontattati da un nostro responsabile che risponderà a tutte le vostre domande. Avute le informazioni necessarie su come viene effettuato il test, sui risultati e sui costi, potrete scegliere.

post by www.Kriagen.it
trova qui il Test Genetico Legale

Test Amniocentesi Rapida

Anomalie Cromosomiche, cosa sono?

Le anomalie cromosomiche sono alterazioni del numero o della struttura dei cromosomi. Le anomalie cromosomiche sono responsabili di circa il 50% degli aborti spontanei e sono un’importante causa di malformazioni. Le anomalie numeriche dei cromosomi, che vengono chiamate anche aneuploidie, sono caratterizzate da un numero maggiore o inferiore di cromosomi rispetto al numero standard. Nello specifico la trisomia è un'anomalia genomica, caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più.

A questo gruppo di anomalie appartengono patologie note come Sindrome di Down o Trisomia 21, dove, nella forma più frequente, l’individuo presenta 47 cromosomi, ovvero possiede una copia in più del cromosoma 21. La trisomia 13 prende il nome di Sindrome di Patau e la trisomia 18, Sindrome di Edwards.
Per quanto riguarda invece, i cromosomi sessuali, esistono variazioni del numero dei cromosomi X e Y che prendono il nome di aneuploidie sessuali.
In un maschio sano i cromosomi sono XY e in una femmina sana XX, in situazioni patologiche possono presentarsi soprannumerari (in soprannumero o in numero maggiore), come nel caso della Sindrome di Klinefelter in cui i cromosomi possono essere XXY, XXX, XYY, o deficitari -in numero inferiore- come nella Sindrome di Turner in cui è presente un solo cromosoma X e si parla di monosomia.
Studi epidemiologici recenti confermano, in modo univoco, che l'incidenza delle patologie cromosomiche è strettamente dipendente dall'età materna avanzata (si considera età avanzata, superiore ai 35 anni al momento del concepimento).


Cos’è il test Amniocentesi Rapida?

È un Test rapido per lo screening delle trisomie 21, 18, 13 e delle aneuploidie sessuali che viene eseguito su prelievi di liquido amniotico.

Si basa sulla QF-PCR (Quantitative Fluorescence-Polymerase Chain Reaction) ovvero, una tecnica di biologia molecolare che viene utilizzata per la diagnosi di molte malattie genetiche. Il Test Amniocentesi Rapida affianca le indagini citogenetiche tradizionali (FISH). A differenza di queste metodiche, richiede piccole quantità di materiale ottenuto tramite prelievo di liquido amniotico e riduce al minimo i tempi di attesa del referto.

Il test genetico è eseguito su campioni di liquido amniotico, ma anche su neonati, in questo caso il campione per l’analisi è un Campione Orale (ovvero dalla Saliva),, che permette un prelievo meno invasivo e meno fastidioso.

Kriagen per il Test Amniocentesi Rapida impiega il kit ANEUFAST QF-PCR certificato IVD/CE, ISO 13485:2003 www.aneufast.com.

Il Kit è stato sviluppato come indagine preliminare alla convenzionale indagine citogenetica. Ha un potere del 93% di rilevare le aneuploidie dei cromosomi in esame. Potrebbe non evidenziare anomalie dovute ad arrangiamenti strutturali e mosaicismi (7% dei casi di aneuploidie) che coinvolgono i cromosomi analizzati.


Perché scegliere l’Amniocentesi Rapida?

L'Amniocentesi Rapida si differenzia dall’amniocentesi classica in quanto, meno rischiosa e meno fastidiosa, il prelievo è di solo 3 ml ed il risultato si ha in soli 4gg lavorativi. Risulta meno laboriosa e meno suscettibile a contaminazioni da cellule materne.

Il Test Amniocentesi Rapida proposto da Kriagen presenta un’importante passo avanti nella diagnostica molecolare, recenti studi, su un totale di più di 43000 campioni analizzati, hanno dimostrato la validità del metodo molecolare posto a confronto con l’analisi citogenetica tradizionale (FISH). In molti paesi europei il test Amniocentesi Rapida è entrato a far parte delle analisi di routine, basti pensare che in Svezia, oltre il 70% delle donne in gravidanza opta per la (diagnosi rapida) QF-PCR anziché la diagnosi citogenetica. (Cirigliano et al 2009). La rapidità di esecuzione dell’Amniocentesi Rapida permette di ridurre al minimo i tempi di attesa del referto: la possibilità di escludere una patologia cromosomica in poche ore dal prelievo contribuisce all'eliminazione dell’ansietà materna, mentre in casi positivi, permette alla madre di concordare con il proprio medico, in largo anticipo, un’ eventuale intervento terapeutico. Il Test Amniocentesi Rapida permette di eseguire lo screening per singola trisomia (tra 21, 18, 13 o le aneuploidie sessuali) oppure lo screening completo di tutte le 5 Aneuploidie. Ricordiamo che ampliando il pannello di malattie ricercate, aumenta il livello di tranquillità materna. Inoltre è importante sottolineare, che la scelta di screening completo di tutte le 5 aneuploidie non influenza la durata dell’indagine e quindi il referto sarà ottenibile sempre nell’arco di 4gg.

Inoltre, Kriagen offre la possibilità di eseguire sullo stesso campione di liquido amniotico anche il Test di paternità Prenatale. Questo grazie all’alta dotazione strumentale disponiamo, che consente di lavorare su piccole quantità di campione e avere risultati affidabili e certi in breve tempo. I tempi di risposta per il Test di Paternità Prenatale sono i medesimi del test Amniocentesi Rapida.

Il Test Amniocentesi Rapida richiede un tempo tecnico di circa sei ore, per cui, i genitori possono sapere in brevissimo tempo se sono presenti o meno anomalie cromosomiche.Il test è consigliato innanzitutto come:
  • Indagine Rapida su tutte le donne gravide;
  • Sulle donne che per l'età o particolari condizioni sono considerate a rischio.
  • Nei casi di sospetta patologia su neonato.

Perché fare il DNA Test Amniocentesi Rapida presso Kriagen.

  • Per avere una risposta affidabile in 4gg.
  • Per avere una maggiore tranquillità durante la gravidanza.
  • Per poter decidere in tempi brevi sulle scelte da adottare.
  • Perché dallo stesso campione è possibile eseguire anche il test di Paternità Prenatale.
  • Perché si paga solo il 50% all'ordine e il saldo alla consegna dei Risultati.
  • Perché Strumenti, Metodiche e Kit usati da Kriagen sono certificati per uso Forense.
  • Perché fate tutto da casa nella totale Privacy.
  • Perché il Kit di Prelievo è Incluso nel Costo.
  • Perché i Test hanno le 3 Garanzie di Kriagen.
  • Perché il Supporto Tecnico Scientifico è Gratuito.

Su quali campioni è eseguito il Test Amniocentesi Rapida?

Il Test è eseguito su Liquido Amniotico. Il prelievo dovrà essere eseguito da personale specializzato (normalmente tra la 16° e la 18° settimana di gravidanza) e sono sufficienti solamente 3 ml di liquido amniotico; Nei casi di sospetta patologia su neonati è possibile eseguire il test mediante un semplice Campione Orale (ovvero dalla Saliva), evitando in questo modo prelievi invasivi. Kriagen, fornisce il supporto telefonico e concorderà gli aspetti tecnici per il prelievo, la conservazione e spedizione dei campioni biologici con il vostro Medico di Fiducia. Il Kit di Prelievo è costituito da una speciale confezione, secondo normativa vigente, per il trasporto di N.1 provetta da 3ml liquidi biologici.

Inoltre è possibile eseguire sullo stesso campione di liquido amniotico anche il Test di Paternità Prenatale. In questo caso al campione di liquido amniotico vanno aggiunti i campioni dei genitori (Campione Orale, ovvero dalla Saliva). Di seguito potete trovate un elenco di Professionisti Partner.


Garanzie e Tempi

Il Test e il Risultato sono assicurati dalle 3 Garanzie, esclusa la ripetitività del test in caso di campioni non idonei. Questo è legato all’impossibilità di eseguire una seconda Amniocentesi.
L'esito dell'esame è disponibile dopo 4gg lavorativi dal ricevimento dei campioni, la comunicazione può avvenire in differenti modi scelti dal cliente. La scelta di più test non influenza la durata dell’indagine e che quindi il referto sarà ottenibile sempre nell’arco di 4gg. Inoltre è possibile richiedere un Servizio Test Rapido che consente di ricevere i risultati del Test entro soli 2gg lavorativi dal ricevimento dei campioni.
Tutti i Test saranno svolti nel completo rispetto della privacy dei soggetti coinvolti.

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Genetica Prenatale

La diagnostica prenatale è quella branca della medicina ed in particolare dell'ostetricia, che applica e studia le tecniche che svelano la normalità o la presenza di patologie di vario tipo, nel feto. Tutte le tecniche di diagnostica prenatale si eseguono durante la gravidanza e possono essere invasive o meno.

Va detto anzitutto che per tutti, indistintamente, vi è un certo rischio di avere un figlio destinato ad ammalarsi di una malattia genetica: si tratta esattamente del "rischio-standard" (circa il 4% per ogni gravidanza). Per coloro i quali invece hanno - o hanno avuto - un parente affetto da una malattia genetica, è più giustificato porsi maggiormente il problema di tale rischio, che per alcuni, dopo la consulenza, può risultare trascurabile, mentre per altri può essere niente affatto trascurabile o addirittura elevato.

In genere eseguono analisi di laboratorio (oggi quasi sempre analisi del DNA) per escludere certi rischi e che aiutano ad identificare quali membri della famiglia siano portatori del difetto genetico - magari senza manifestare alcuna malattia - e quindi a comprendere la via di trasmissione del gene difettoso attraverso le generazioni della famiglia in questione.

Come già sottolineato, in questi anni si assiste ad un incredibile progresso nel campo delle analisi del DNA. È quindi attualmente possibile che un metodo ieri non disponibile lo sia oggi e che ciò che oggi appare di difficile soluzione domani risulti facile da chiarire.

Tra le metodiche invasive più conosciute, l'amniocentesi è la tecnica di prelievo di liquidi biologici più sfruttata al giorno d'oggi per evidenziare l'eventuale presenza di malattie cromosomiche a livello fetale ma anche infezioni e malattie genetiche quali ad esempio talassemia, fibrosi cistica, emofilia, spina bifida, albinismo. L'amniocentesi consiste nel prelievo di una quantità di liquido amniotico che viene poi analizzata. Le cellule fetali sospese nel liquido prelevato permettono di ricostruire la mappa cromosomica del feto e quindi evidenziare la sua normalità. I test genetici però non sono in grado di riconoscere le caratteristiche fisiche o psichiche del nascituro date dall'interazione fra più geni e l'ambiente. Sul liquido amniotico sono possibili altri tipi di analisi, più o meno complesse.

È in questo contesto Kriagen propone i suoi innovativi Test di Screening, rivolti a professionisti e privati che necessitano di un centro specializzato in Genetica Molecolare per la Diagnosi Prenatale con professionalità, rapidità e sicurezza sulle analisi svolte.

Il risultato dei Test viene consegnato all'interessato che deve sottoposto un medico specialista, il quale potrà spiegarlo.
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Test HPV (Papilloma Virus)


L' HPV o Papilloma Virus è un virus umano, responsabile di malattie non gravi quali ad esempio le verruche cutanee. Alcuni ceppi di HPV però, sono responsabili di tumori benigni come i condilomi e tumori maligni quali cancro al collo dell'utero, al cavo orale, all'ano, all'esofago. Si può quindi affermare che il virus HPV sia un virus oncogeno, in grado cioè di causare il cancro. l’HPV può infettare specifiche zone (mucose) in relazione alle abitudini sessuali dei soggetti, infatti è possibile contrarre, in maniera indipendente, il virus nella zona genitale, nella zona anale e nella zona orale.Alla famiglia dell’HPV appartengono circa 100 ceppi, nella tabella sottostante riportiamo i ceppi virali più diffusi e le patologie che possono causare.

Tipizzazione dell’HPV

La tipizzazione viene eseguita non solo per rilevare la presenza del virus, ma soprattutto per identificarne il ceppo e consentire allo specialista di predisporre la terapia adeguata.
L’HPV genitale viene classificato in funzione del rischio di sviluppo del cancro. Principalmente 15 ceppi possono infettare le zone ano-genitali dell’uomo e della donna, questi vengono suddivisi in:
  • ceppi a basso rischio i quali, se non debellati dal sistema immunitario possono portare a formazione di verruche ( HPV 6, 11 ).
  • ceppi ad alto rischio che, in particolari condizioni di salute dell’individuo (basse difese immunitarie, infezioni ripetute o continue) possono dar luogo ad alterazioni cellulari (HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68). Alcuni dei ceppi sopraelencati possono causare tumori anche del cavo orale.
È stato ampiamente dimostrato che la tipizzazione virale è un metodo capace di migliorare l'efficacia dello screening. Kriagen, grazie all’utilizzo di strumentazione altamente avanzata esegue un esame di tipizzazione genetica sui seguenti ceppi virali: HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68.
Il test è di facile attuazione, assolutamente non invasivo e totalmente riservato.


HPV nell’uomo

L’uomo, non è esposto anatomicamente al cancro della cervice, può però contrarre infezioni sia nella zona ano-genitale che nella zona orale in funzione delle abitudini sessuali. Il maschio può comportarsi da portatore sano o meglio da "serbatoio" del virus HPV e contagiare il patner sessuale.Inoltre, per l’uomo il virus riveste un grande rischio per quanto riguarda la Fertilità. Infatti, in seguito ad infezione da parte di HPV, il DNA degli spermatozoi può subire danni tali da alterare la regolare funzionalità di questi ultimi e rendere l’uomo Infertile.


Cos'e' il Test HPV?

È un Test Genetico in grado di rilevare la presenza di virus potenzialmente oncogeni appartenenti alla famiglia dell’HPV nella zona Ano-Genitale e Orale per i seguenti ceppi virali:

  • HPV 6, 11, 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68.

Il Test è eseguito con kit certificato IVD/79/EC, ISO 9001:2000, ISO 13485:2003 (www.f-hpv.com)

Consente inoltre di identificare un’infezione dovuta a più ceppi HPV e di seguire in uno stesso paziente il decorso dell’infezione.
Il test genetico HPV presenta un grande vantaggio rispetto al risultato ottenuto col Pap Test, poiché identifica il DNA del virus anche prima che si manifestino i segni dell’infezione. Risulta uno strumento utilissimo per una diagnosi precoce.

Inoltre il Test HPV è comunemente impiegato per la ricerca del Papilloma Virus in donne che hanno avuto un esito anormale al Pap Test e risulta un ottimo strumento di screening e di monitoraggio di un’eventuale infezione. L'esito negativo del test HPV è in grado di escludere, con la massima sicurezza, la presenza o meno dell’infezione da relativamente al tipo di campione fornito.
Un Test Hpv negativo non necessariamente esclude la presenza di un’infezione HPV del soggetto; esso si riferisce solamente al particolare campione analizzato e ai 15 ceppi studiati. Il risultato ottimale del test dipende da diversi fattori come: un idoneo campione, assenza di inibitori ed una carica virale sufficiente per essere rilevata.


Perché fare il Test HPV presso Kriagen.
  • Per l’Identificazione e la Tipizzazione del Ceppo.
  • Perché lo puoi eseguire da Casa, o dal medico di fiducia nella totale privacy.
  • Per confermare o escludere l'infezione da HPV in Donne o Uomini.
  • Per uno screening Precoce.
  • Come screening conseguente al Pap test dubbio.
  • Monitoraggio dell'HPV in pazienti sotto cura.
  • Perché si paga solo il 50% all'ordine e il saldo alla consegna dei Risultati.
  • Perché Strumenti, Metodiche e Kit usati da Kriagen sono certificati per uso Forense.
  • Perché fate tutto da casa nella totale Privacy.
  • Perché il Kit di Prelievo è Incluso nel Costo.
  • Perché i Test hanno le 3 Garanzie di Kriagen.
  • Perché il Supporto Tecnico Scientifico è Gratuito.
Su quali campioni è eseguito il Test HPV?
Kriagen permette di eseguire il test HPV su differenti tipi di Campioni relativamente alle aree su cui si desidera verificare:

Campioni Maschili:
  • Tampone di Liquido Spermatico Secco
  • Tampone Orale Secco
  • Tampone Anale Secco
Campioni Femminili:
  • Tampone Vaginale Secco (Cerviacale)
  • Tampone Orale Secco
  • Tampone Anale Secco

Garanzie e Tempi

Il Test e il Risultato sono assicurati dalle 3 Garanzie. L'esito dell'esame è disponibile dopo 7gg lavorativi dal ricevimento dei campioni, la comunicazione può avvenire in differenti modi scelti dal cliente. Inoltre è possibile richiedere un Servizio Test Rapido che consente di ricevere i risultati del Test entro soli 3gg lavorativi dal ricevimento dei campioni.Tutti i Test saranno svolti nel completo rispetto della privacy dei soggetti coinvolti.

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trova i qui Test HPV

Paternità Genetica


Il test di paternità viene effettuato con lo scopo di accertare o escludere una presunta paternità. Questo test è di fondamentale importanza qualora esistano dubbi o incertezze, nonché per la tutela dei diritti e dei doveri di un genitore.

Sebbene sia molto più comune dover accertare se un uomo è il padre biologico di un altro individuo, questo test riveste una certa importanza anche per le donne. In particolare, nel caso in cui una madre si sia sottoposta a fecondazione assistita (con trasferimento dell'embrione) o ad una donazione d'ovulo. Infatti, viene richiesto per confermare la maternità.

Su cosa si basa un test di paternità?
Le informazioni che sono alla base della formazione di un individuo sono contenute nel DNA. Più precisamente nei cromosomi, che costituiscono il patrimonio genetico dell'individuo.

Nel momento del concepimento sono coinvolti i cromosomi paterni e materni, nella stessa percentuale. Quindi il patrimonio genetico di un individuo è costituito per metà dal DNA proveniente dalla madre e per metà da quello derivante dal padre.

Il test di Paternità ha come base questo concetto fondamentale, basandosi sull'analisi genetica di 15 zone del DNA nel figlio e nel genitore presunto. Nello specifico si effettua un confronto dei profili genetici per accertarne la compatibilità. Non è necessario confrontare anche la madre, sono sufficienti i DNA delle persone di cui si vuole verificare il legame.

Le 15 zone analizzate nel DNA, provenienti per metà dal Padre e per metà dalla madre, sono visualizzate in un grafico ed identificate sotto forma di picchi. L'analisi consiste nel confronto dei picchi del presunto padre e del figlio. Per confermare la paternità, metà del patrimonio genetico del padre deve essere uguale a metà di quello del figlio, quindi metà dei picchi devono corrispondere.
Kriagen è un laboratorio specializzato nei Test Genetici su prelievi non invasivi effettuabili nella completa privacy della propria casa. Il test di Paternità viene da noi eseguito comunemente su Tampone Orale, ovvero dalla saliva, con strumenti all’avanguardia e kit certificati per uso forense che assicurano un'affidabilità pari al 99,99%.

La filosofia di Kriagen è garantire ai propri clienti rapidità, qualità e flessibilità nei confronti delle loro esigenze. Kriagen rende, infatti, possibile eseguire il Test anche su campioni alternativi, detti "Campioni Forensi", come ad esempio: chewingum, sangue secco, mozziconi di sigaretta, capelli, unghie, etc.

E' possibile inoltre eseguire il Test di Paternità anche nel caso in cui un individuo non sia al momento disponibile per il prelievo. Il profilo genetico del padre presunto può essere dedotto anche dall'analisi di parenti prossimi.

Il test di Paternità può essere richiesto per esigenze personali, mediche e forensi. Sono ormai tanti gli esempi di situazioni in cui si rende necessario ricorrere al test di paternità per svariate motivazioni (vedi Qui).

Il test di paternità rappresenta infatti un aiuto nel caso in cui i dubbi e le incertezze diventino persistenti, nel caso si desideri ricercare la propria origine o qualora un immigrato voglia richiedere il ricongiungimento familiare. Rappresenta inoltre un valido supporto quando vi sia l'esigenza legale di definire le responsabilità di un genitore biologico, ad esempio relativamente a questioni legate ad eredità patrimoniali o in cause di separazione per affidamento di minore.



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Trova il Test su Paternità

Test saliva predice rischio parto prematuro

Test saliva predice rischio parto prematuro

Un semplice test della saliva potrebbe contribuire a ridurre le nascite premature potenzialmente pericolose.

Il test, messo a punto al King's College di Londra, individua le donne incinte che potrebbero far nascere prematuramente il loro bambino attraverso la misurazione dei loro livelli di progesterone, l'ormone che aiuta a fermare le contrazioni del grembo prima del termine di 40 settimane.

Le donne con un basso livello di ormone sono quelle a rischio di partorire con più di sei settimane di anticipo.

Grazie al test, sono convinti gli scienziati, si potranno ridurre le nascite premature, prima delle 37 settimane di gestazione, che sono più a rischio di complicanze mediche, difficoltà di apprendimento e altri handicap.

Le donne che attraverso il semplice test della saliva risulteranno più a rischio potranno essere monitorate con più attenzione e aiutate, se necessario, con robuste dosi supplementari di ormoni.

"La saliva è facile da raccogliere - spiega il capo dei ricercatori Lucilla Poston del King's College di Londra - non vi è alcuna necessità di un ago o di un campione di sangue e sarebbe meraviglioso se, in futuro, potremo chiedere a una donna incinta di darci solo un piccolo campione di saliva per sapere se rischia una nascita prematura".

I ricercatori del King's College di Londra hanno analizzato i campioni di saliva di 92 donne tra le 24 e le 34 settimane di gravidanza.

Le future mamme erano state identificati come a rischio di parto prematuro per aver avuto precedenti aborti, nascite premature o infezioni.

I livelli di progesterone sono risultati inferiori nella saliva delle 12 donne che hanno partorito prematuramente. Lo studio è stato pubblicato nel 'BJOG: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology'.

lunedì 12 ottobre 2009

cannabis potrebbe contribuire a infertilità maschile

Studio Cnr: cannabis potrebbe contribuire a infertilità maschile

can.jpgL'abuso di sostanze cannabinoidi, principali costituenti della marijuana, potrebbe contribuire a provocare l'infertilita' nell'uomo. Lo ha confermato lo studio 'The endocannabinoid system and pivotal role of the CB2 receptor in mouse spermatogenesis', aprendo nuove prospettive per la comprensione dei fenomeni di oligospermia o azospermia (drastica diminuzione o totale assenza del numero di spermatozoi, spesso con riduzione della motilita'), in particolare in quei pazienti che presentano normale assetto cromosomico e assenza di difetti genetici noti o patologie occlusive.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Pnas-Proceedings of the National Academy of Sciences, e' stata condotta in collaborazione tra ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di chimica biomolecolare (Icb-Cnr), Istituto di cibernetica (Ic-Cnr) e Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr) - e dell'Universita' di Roma Tor Vergata. Essa dimostra per la prima volta come, nel topo, il sistema endocannabinoide (cioe' il sistema su cui agisce anche la marijuana) sia coinvolto nel processo della spermatogenesi.


'Negli ultimi anni', spiega Pierangelo Orlando dell'Ibp-Cnr, 'abbiamo assistito ad un aumento progressivo dell'incidenza dell'infertilita' di coppia. Secondo le piu' recenti statistiche a livello mondiale, sarebbero circa il 15% le coppie con problemi di mancata o ridotta fertilita', per il 40% attribuibili a oligospermia o azospermia maschile.
Le cause potenziali della ridotta fertilita' maschile sono da ricondurre per il 60% dei casi ad una origine genetica e per il restante 40% a malformazioni occlusive o che sfuggono alla classificazione'.
Una delle cause dell'oligospermia, tra quelle che attualmente non risultano classificabili - prosegue il ricercatore, componente del Endocannabinoid Research Group coordinato da Vincenzo Di Marzo dell'Icb-Cnr - potrebbe essere riconducibile al cattivo funzionamento del sistema endocannabinoide, con cui anche l'abuso di cannabis puo' interferire. 'E' stato infatti osservato che le cellule germinali presenti nel testicolo dell'animale possiedono recettori del sistema endocannabinoide e, in particolare, che il recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2) e' coinvolto nel processo meiotico mediante il quale da ogni spermatocita primario (che nel maschio della specie umana presenta assetto cromosomico 46,XY) si ottengono 4 nuove cellule (spermatidi) 2 con assetto cromosomico 23,X e 2 con assetto 23,Y, che daranno origine durante la spermiogenesi agli spermatozoi maturi. Paralleli studi farmacologici dimostrano la possibilita' di modulare in vivo il sistema endocannabinoide mediante agonisti ed antagonisti dei recettori CB2 ed inibitori della formazione o degradazione degli endocannabinoidi, aprendo cosi' la strada ad approcci terapeutici in caso di funzionamento non corretto'.
Infine, conclude il ricercatore, 'il ricorso alla fecondazione medicalmente assistita (Icsi-iniezione intro-citoplasmatica dello sperma nell'ovulo, eventualmente previa aspirazione degli spermatozoi residui dal testicolo-TESA), se ha risolto gran parte dei casi di infertilita' maschile, ha determinato nella prole un aumento statisticamente significativo sia di trasmissione genetica dell'infertilita', sia una incidenza maggiore da 6 a 9 volte di anomalie cromosomiche, in particolare quelle definite 'da difetto di imprinting' (sovra-dosaggio genetico) come le sindromi di Beckwith-Wiedemann, Angelman, Prader-Willi', malattie genetiche rare caratterizzate da importanti alterazioni anatomo-funzionali e aumentato rischio di tumore.

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Test Infertilità Maschile